Il Canicattì lancia un grido disperato per il ripristino dello stadio Carlotta Bordonaro. In queste ultime stagioni la formazione dei racinari non ha mai potuto giocare a casa sua. Il lungo pellegrinaggio ha visto tanti stadi occupati, senza avere notizie certe sui lavori per il ripristino dello stadio del paese.
Ecco allora che arriva un nuovo comunicato, l’ennesimo da parte del club: “È Marzo, ed ancora si torna a parlare dello Stadio Carlotta Bordonaro ma non abbiamo capito per quale scopo. Anzi, forse lo abbiamo capito… Un caso? No, ormai siamo abituati da troppi troppi anni. Sempre la stessa storia, troppe chiacchiere e niente fatti sulla questione stadio, sempre punto e a capo. Un loop continuo, da 7 anni a questa parte, sbattuti a destra e manca in giro per la Sicilia, giudicati “nomadi” da tutti. Tanto oltre noi, la faccia chi ce la mette?”.
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Canicattì, l’urlo disperato del club
“Vorremmo che si parli dello Stadio Carlotta Bordonaro 365 giorni l’anno – prosegue il comunicato – , sempre, vorremmo si parli per il bene di Canicattí, dell’intera cittadina. Uno stadio degno del nome che porta questa città, porterebbe famiglie su famiglie ogni giorno per le partite del settore giovanile, per la prima squadra, per consentire alle scuole di potere svolgere attività sportiva all’aperto e per tante altre manifestazioni aventi scopi sociali e di aggregazione”.
Nella nota, addolorata e arrabbiata, il Canicattì si rivolge all’amministrazione comunale. Anche perchè, oltre a tenere la squadra lontana dalla città, ci sono stati grossi esborsi economici per giocare in stadi di altre località. “Sindaco – si legge – , assessori, avete deluso ancora una volta le aspettative di una Città intera, ma soprattutto state togliendo, ad una intera generazione di bambini e giovani appassionati di calcio, il sogno di giocare per i colori della propria Città in una struttura sportiva dignitosa, moderna ed accogliente. Questa distanza dalla nostra città ci è costata parecchio, ovvero la perdita di interesse e passione per lo sport in generale ed il calcio in particolare. Siamo passati dai 1500 di Scordia, i 2000 di Raffadali, i 3500 di San Cataldo ai meno di 100 spettatori paganti di questa stagione”.
Squadra consegnata al sindaco?
Al termine di questo lungo comunicato, si torna a minacciare provvedimenti seri. Il Canicattì, nella sua attuale conformazione societaria e dirigenziale, non esclude il disimpegno al termine della stagione. Le parole finali dela nota ufficiale sono lapidarie: “NOI SIAMO STANCHI! Faremo di tutto per salvare la categoria, onoreremo tutti gli impegni presi, ma al termine della stagione SAREMO COSTRETTI a consegnare la società nelle mani del Sindaco, questa volta in maniera definitiva, senza ripensamenti alcuni”.