Dopo Luca Tabbiani, anche Antonello Laneri saluta Catania. L’ennesima sconfitta dei rossazzurri, perdente a Potenza nella gara valevole la dodicesima giornata del campionato, ha scatenato un terremoto all’interno della società. Una serie di decisioni che hanno riguardato non solo il tecnico Luca Tabbiani, esonerato qualche ora dopo il triplice fischio finale, ma anche il Direttore sportivo. Laneri è stato sollevato dal suo incarico con un comunicato emesso dalla società in serata. Quest’ultimo, inoltre, lasciava presagire ulteriori scelte relative al possibile licenziamento di altri componenti dello staff dirigenziale e tecnico, incluso il parco giocatori.
Provvedimenti molto forti, considerato che si è a campionato in corso. Annunci, da pate di Vincenzo Grella, comunque assai prevedibili per chi è riuscito negli scorsi mesi ad interpretare il modus operandi di una società che ha praticamente steccato tutto. Anche se ben celati, i malumori all’interno del quadro dirigenziale si erano già palesati in un paio di occasioni durante la fase di preparazione al campionato.
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Catania, Laneri e i dissaporti con Grella
Era da poco finita la stagione agonistica del Catania, quando tra la fine di maggio e gli inizi di giugno venivano accostati alcuni nomi di direttori sportivi al club etneo, Daniele Faggiano e Fabio Lupo su tutti. Nonostante ciò, la piena fiducia nei confronti di Laneri da parte del vicepresidente Grella rimase invariata. Ciò portò inoltre alla conferma di alcuni uomini fidati del dirigente siciliano. In particolare Emanuele Catania e Matteo Tomei, rispettivamente collaboratore tecnico e preparatore dei portieri. Due componenti che erano stati imposti a tutti gli aspiranti allenatori durante i colloqui per la scelta del tecnico. Una decisione, questa, che ha fortemente inciso sulla possibilità che nomi di un certo spessore per la panchina etnea abbracciassero incondizionatamente il progetto “vincente” del Catania.
La conferma a Laneri a Catania, però, si è rivelata essere un mero specchietto per le allodole. Se andiamo a vedere quel che è accaduto dopo, il direttore sportivo nativo di Leonforte è stato in realtà esautorato da ogni potere decisionale. L’aver scommesso su un azzardo come quello rappresentato da Tabbiani, fortemente voluto da Grella, ha sicuramente segnato un primo momento di rottura tra i due dirigenti. Una rottura che passa anche da un episodio imprevisto e spiacevole. Proprio di recente Laneri, in una nota trasmissione locale, ha involontariamente rivelato, facendo il nome di Giovanni Stroppa, quale fosse in realtà il vero obiettivo.
Il “caso” Di Carmine
Anche la scelta di alcuni giocatori in sede di calciomercato avrebbe portato in più occasioni a divergenze di pensiero. In particolare è stata la scelta della nuova punta del Catania ad aver innescato dissapori tra Vincenzo Grella e Antonello Laneri. La pista inizialmente presa in considerazione dal direttore sportivo, infatti, corrispondeva al nome del suo pupillo Ernesto Torregrossa. Alla fine, però, il club ha virato sulla scelta low cost rappresentata da Samuel Di Carmine. Il centravanti è arrivato ai piedi dell’Etna solamente a ritiro concluso.
In aggiunta a tutto questo, bisogna sottolineare un altro aspetto che si è rivelato fondamentale in queste prime settimane di stagione. Buona parte dei leader che hanno vinto in maniera trionfale la Serie D l’anno prima, sono stati fatti fuori dalla rosa attuale. Si tratta di una lunga serie di intuizioni targate Laneri, ritenute facilmente rimpiazzabili. Questi giocatori sono stati sostituiti da calciatori rivelatisi poco motivati o capaci di fronteggiare la legittima pressione della piazza.
Fino all’anno scorso la dirigenza etnea aveva dato l’impressione di muoversi compatta verso il raggiungimento degli obiettivi. L’inizio di questa stagione, invece, ha visto un solo uomo al comando. Grella si è rivelato ostinato nelle sue prese di posizione che lo hanno portato a fermarsi solo nel momento in cui il giocattolo si è rotto. Ora, per lui, c’è la parte più difficile.
Articolo a cura di Davide Villaggio
