Marco Palermo potrebbe già lasciare il Catania. La notizia, arrivata apparentemente come un fulmine a ciel sereno, sarebbe in realtà nell’aria da alcuni giorni. Il centrocampista è infatti sempre più convinto dall’idea di andare via dalla formazione rossazzurra. Palermo era rimasto più che volentieri tra le fila degli etnei, dopo un campionato da gregario di lusso nella cavalcata dello scorso anno, che ha portato alla vittoria del campionato di Serie D. Ora, però, le cose sono cambiate in maniera irreparabile per il centrocampista ex Siracusa.
La sua conferma è stata voluta fortemente dal direttore sportivo del Catania, Antonello Laneri. Il ds ha spinto per puntare con forza su Marco Palermo, ritenuto un giocatore chiave nello scorso campionato. L’arrivo in panchina di Luca Tabbiani, però, ha cambiato in maniera notevole le carte in tavola. Il tecnico genovese ha dimostrato fin da subito di voler puntare su giocatori con caratteristiche diverse da quelle di Palermo. Una volontà spalleggiata dal vice-presidente Vincenzo Grella.
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Palermo lontano da Catania, lo vuole La Fenice Amaranto
Lo stesso Laneri ha parlato nelle scorse ore della vicenda che riguarda il futuro di Marco Palermo a Catania. Il direttore sportivo è stato chiaro in merito alle volontà del giocatore. C’è da parte di quest’ultimo la forte intenzione di lasciare i rossazzurri: “Palermo ci ha chiesto di andare via. Stiamo parlando per la sua risoluzione del suo contratto. Però ora ci serve un altro giocatore”.
Dunque Marco Palermo si avvia a lasciare la squadra della sua città. Durante l’estate, prima della firma sul suo attuale contratto con gli etnei, c’era stato un forte contatto con il Trapani. La società del presidente Valerio Antonini sembrava ormai a un passo dai granata, ma il richiamo della sua città è stato più forte. Ora per Palermo potrebbero aprirsi le porte della neonata Fenice Amaranto, formazione ammessa al campionato di Serie D Girone I dopo il fallimento della Reggina. Il centrocampista, dunque, potrebbe ripartire ancora dai dilettanti.
