43 punti in 28 partite, sesto posto in classifica a -1 dai playoff. Quarta squadra per età media in questo girone I di Serie D. Stiamo parlando del Città di Sant’Agata di Michele Facciolo. L’allenatore è stato per più di quindici anni il secondo di Giacomo Modica, dal 2006 al 2023. Da Melfi a Vibo Valentia. Dal nativo di Mazara, nei tantissimi anni di lavoro fianco a fianco, ha appreso la sua ideologia di calcio spumeggiante e offensivo. Tutto ciò che il Città di Sant’Agata ricercava.
La prima “vera” esperienza da primo allenatore al Città di Sant’Agata
Ora la domanda è: l’allievo supererà il maestro? L’ultima esperienza insieme li ha visti protagonisti sulla panchina della Vibonese, in Serie D nella stagione 22/23. Facciolo dopo anni di lavoro al fianco di Modica, nella corrente stagione ha avuto l’opportunità di essere primo allenatore (l’unica, in passato era stata a Celano per poche partite). È stato il Città di Sant’Agata a dargli questa chance. La squadra messinese lo scorso anno in Serie D era riuscita ad arrivare sesta, a pari punti con la quinta Licata (52 pt), sfiorando clamorosamente un piazzamento importante ai playoff. Il presidente Fazio, dopo la gestione triennale targata Leo Vanzetto, ha deciso infatti di cambiare, puntando su un tecnico di stampo zemaniano, che spesso riesce a regalare spettacolo al suo pubblico.
Michele Facciolo, un calcio armonioso in Serie D
La scelta di credere in Michele Facciolo si è rivelata azzeccatissima. Il cambio allenatore e le motivazioni del Città di Sant’Agata hanno fruttato i risultati sperati. Facciolo esordisce sulla panchina rossoblù con una vittoria. Da quel momento in poi, il club siculo ha raccolto 13 vittorie, 4 pareggi e 11 sconfitte. Dunque 43 punti in 28 giornate. Tutto ciò vale il sesto posto e quindi i playoff distanti una lunghezza. Numeri e posizioni di classifica che tengono apertissimi gli scenari, da qua al termine dell’anno.
Personalità, coraggio, trame e concetti emersi nel corso della stagione mostrano segni tangibili del lavoro al primo anno dell’era Facciolo. Senza grandissime individualità, il tecnico biancoceleste è comunque riuscito a proporre un Città di Sant’Agata spigliato, intenso e manovriero. Capace di giocarsela a viso aperto contro tutti. Rischiando sempre qualcosa, ma proponendosi con tracce fluide e ficcanti, in ampiezza ed in verticale, dalle parti dei portieri rivali.
La squadra di Facciolo riesce spesso a restare corta ed alta sul rettangolo verde, imbastendo con audacia la costruzione dal basso con Iovino (classe ’05) solito playmaker aggiunto nella propria area di rigore, gestisce bene ritmo e palleggio con Esposito in mediana, apre il campo con le frecce Mincica ed Capogna e alza l’indice realizzativo con le punte Carrozzo e Alagna.
I numeri che certificano il gioco del Città di Sant’Agata
Quinto per XG (produzione offensiva) e secondo per possesso palla, il Città di Sant’Agata si dimostra – anche – attraverso i dati una squadra propositiva e volenterosa, che preferisce la fase offensiva a quella difensiva. Alle spalle del Trapani nella classifica dei tiri c’è il club messinese, a quota 374 in campionato. Inoltre, i ragazzi di Facciolo sono quarti in categoria per tocchi nell’area di rigore rivale e per intensità nei duelli. Terzi per allunghi e attacchi alla profondità. Primi per passaggi, nel podio per quelli filtranti e in quelli chiave. Primi per passaggi nella trequarti, secondi per quelli smarcanti e ancora in testa, per quanto concerne i passaggi progressivi. Infine, quinti per PPDA (velocità con la quale si recupera il pallone, considerano i passaggi dell’avversario). Una sorta di efficacia del pressing.
Dall’altra, ci sono i numeri difensivi, che chiariscono maggiormente il coraggio di assumersi numerosi rischi nell’arco dei novanta minuti. Infatti il Sant’Agata è nel podio dei tiri intercettati, di quelli subiti e dei duelli difensivi. Primo, addirittura, per palle intercettate. Coraggio, coraggio e ancora coraggio il concetto chiave.
