Un percorso intenso e gratificante in cui ogni singolo traguardo è stato conquistato con dedizione, spirito di sacrificio, lealtà e determinazione. Marco Lo Giudice è riuscito a conferire corpo e sostanza ai sogni coltivati fin da bambino e ora può metterli in pratica a Geraci. Nelle vesti di dirigente, grazie ad una carriera che lo ha visto essere scout del settore giovanile del Trapani giovanissimo, fino a collaboratore di Beppe Accardi nei panni di procuratore sportivo
Un incarico virtuoso di gestione e managerialità in relazione a dimensioni e bacino di utenza. La possibilità di testare attitudini e competenza in un ruolo nuovo e ad ampio respiro, in contesti che costituiscono da sempre fucina e laboratorio di talenti di prospettiva, profili da forgiare che diventano progressivamente patrimonio tecnico del movimento calcistico italiano e talvolta internazionale. Il ds del Geraci si racconta in nel corso di un’interessante intervista esclusiva concessa alla redazione di Sporticily.it. L’arrivo nel club madonita, il calciomercato invernale, le sfortune di una stagione complicata, che vede la società del presidente Giaconia lottare per non retrocedere e tanto altro.
Lo Giudice, progetti e visioni a Geraci
Il Geraci ha reso noto l’arrivo del direttore Lo Giudice nello scorso mese di novembre. Un approdo importante, di livello, che oltre ad aver portato un mercato frizzante nella finestra invernale, ha aggiunto un tassello importante a una società che vuole crescere nel tempo. Di progetti futuri e obiettivi a breve termine, il ds granata ne ha parlato ai nostri microfoni.
“L’arrivo è nato per caso. Ho conosciuto il presidente in un momento in cui a Geraci c’era un periodo di difficoltà. Da qui si è creata questa opportunità, scegliendo di iniziare questo percorso insieme. Un percorso nuovo, che come obiettivo ha quello di mettere le basi per un futuro diverso. Progetto di ampio respiro? Per il momento siamo concentrati tutti sulla salvezza. Uno può fare tutti i progetti che vuole, ma senza il raggiungimento degli obiettivi (nel breve) non si va da nessuna parte. Quindi, dobbiamo raggiungere la salvezza entro queste quattro giornate di campionato che mancano”.
Lo Giudice ha fatto le carte al campionato di Eccellenza Girone A. In particolare per la corsa al mantenimento della categoria: “È un campionato duro, nessuno dietro ha mollato. Faccio l’esempio del Casteldaccia, il quale dopo un periodo difficile ha fatto tre vittorie, di cui due in trasferta consecutive. Hanno rimesso tutte in gioco, infatti sarà un finale duro e imprevedibile. Tutte sono dentro la corsa, anche il Mazara, che nell’ultima partita è venuto da noi e abbiamo pareggiato. Ogni gara è un punto interrogativo, non esistono partite scontate”.
9 punti in 11 partite, girone di ritorno in salita per il Geraci
Un Geraci spavaldo, armonioso e che gioca a calcio. Questo è l’idea che ha trasmesso dall’inizio dell’anno a oggi la squadra di Gaetano Mirto. Una delle più forti in termini d’identità e coesione. Capace di sciorinare di gara in gara una proposta fluida, lineare e offensiva. Tutto molto bello, ma desolatamente vano se non si gonfia la rete e non si raccolgono punti importante. Dunque, rimane in discussione la salvezza in Eccellenza. Infatti, la compagine madonita è undicesima a quota 28 punti, a +2 sui playout.
A puntare ulteriormente i riflettori c’è un girone di ritorno al di sotto delle aspettative. I soli nove punti raccolti in undici gare disputate lasciano discutere. Una vittoria, sei pareggi e soli sette gol segnati per una delle squadre che sembravano tra le più tranquille del proprio destino, a fine girone d’andata. Questo il pensiero di Marco Lo Giudice sul rendimento del Geraci: “Vedendo le partite, è mancato un pizzico di fortuna. Noi giochiamo, arriviamo tante volte davanti alla porta e poi succede sempre qualcosa di strano. A volte siamo stati poco lucidi sotto porta noi, oppure a volte ci siamo trovati davanti a miracoli da parte dei portieri avversari o di giocatori che salvavano sulla linea di porta. Onestamente non c’è molto da rimproverare alla squadra. Creiamo una cosa come dieci occasioni da gol a partita, non facile per una realtà di Eccellenza”.
“Magari – prosegue Lo Giudice – è mancata la cattiveria necessaria, però sono stagioni che a volte girano in questo modo. Fino a sette giornate addietro eravamo tranquilli, con diversi punti di distacco dalla zona rossa. Poi ci siamo complicati le cose da soli. Le due sfide con Mazara 46 e Mazara sono un po’ la fotografia. La prima perché il primo tempo avremmo meritato di vincerlo 3-0 e siamo finiti per pareggiare senza neanche segnare. Mentre nell’ultima partita succede che ti salvano il gol dell’uno a zero sulla linea, ripartono e conquistano il rigore che poi li porta in vantaggio. Io credo proprio che questo rendimento sia figlio di un insieme di situazioni in cui abbiamo sicuramente sbagliato qualcosa, ma nel quale c’è stata una bella dose di sfortuna”.
Mirto, cambiano i giocatori ma non l’identità del tuo Geraci
Il Geraci nel corso della stagione 2023/2024 ha dovuto fare fronte a numerose girandole di mercato. Con tanti giocatori che sono passati e andati dal comune madonita nel giro di pochi mesi. Nelle finestre estive e invernali soprattutto, decine e decine di profili che hanno lavorato e sudato seguendo i dettami tecnico-tattici e atletici di Gaetano Mirto e il suo staff. Seguendo e mettendo in pratica la sua proposta di calcio propositiva e aggressiva, con ottimi risultati prestazionali. Il fatto interessante è che, nonostante i numerosi trasferimenti, la squadra non ha mai perso la sua identità, la propria fisionomia. Giocandosela a viso aperto con tutti.
Un merito che va ascritto principalmente alla guida tecnica, carismatica e uomo dalla schiena dritta a sufficienza per reggere a questo tipo di situazioni complicate. Infatti, il ds Lo Giudice ha deciso di complimentarsi pubblicamente con l’allenatore trovato a Geraci: “Il lavoro del nostro mister lo reputo ottimo. Nonostante i cambi di tanti giocatori è riuscito a mantenere un’idea. Ma soprattutto è riuscito a farla mettere in pratica, cosa che non è semplice. Molto spesso si hanno delle idee, ma non si riesce a trasmetterle ai giocatori. Invece, il suo lavoro è ottimo perché qualunque giocatore abbia avuto, è riuscito a trasmettergli le sue idee e farle riportare in campo”.
“Ci tengo a rimarcare il fatto – prosegue Lo Giudice – che c’è poco da rimproverare, a tutti. Il mister ci ha reso una delle squadre che prova giocare meglio al calcio, i giocatori rispondono positivamente. Ripeto, forse manca quella cattiveria che può mancare in una squadra giovane. Scendiamo sempre in campo con 4, 5 o 6 under. La stagione è andata così, pazienza. Ci rimbocchiamo le maniche per questo finale di stagione e cerchiamo di raggiungere l’obiettivo. Tornando al mister, non c’è niente da dire. È un gran lavoro il suo”.
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Lo Giudice e il suo percorso, dal Trapani al Geraci
Un percorso importante quello di Marco Lo Giudice, partito all’età di poco più di vent’anni come scout nel settore giovanile del Trapani. Ecco le sue dichiarazioni sull’esperienza vissuta nel club oggi di proprietà del presidente Valerio Antonini: “A Trapani esperienza importante e formativa. Ho iniziato a 22 anni. Quello di cominciare subito, in una pizza come quella di Trapani, con un responsabile del settore giovanile come Mario Gabriele, che mi ha dato tanto umanamente e calcisticamente, ti da la prospettiva dei ragazzi e inizi a capire mille sfaccettature. Quando i ragazzi arrivano in una squadra professionistica hanno tutti delle qualità, ma esistono tanti fattori come la voglia di non mollare mai. Lo stare sul campo ti aiuta a comprendere che non serve solo avere una buona tecnica per andare avanti”.
Oltre a questo ruolo di prestigio nella società siciliana, ha anche collaborato con un noto procuratore sportivo del calibro di Beppe Accardi. Il racconto del direttore sportivo dell’AC Geraci: “L’esperienza con Beppe Accardi mi ha dato tanto. Mi ha fatto crescere, conoscere tanta gente e girare. Quando provi a fare l’agente devi guardare tante tante partite. Solo così ti puoi rendere conto del livello del ragazzo e di cosa ha bisogno ogni singolo allenatore al quale andrà il giocatore x, magari con altre esigenze rispetto al precedente. Ti rendi conto di tutto quello che c’è dentro questa professione, crescendo gradualmente. Impari a parlare con le società e supporti i ragazzi, cercandoli di farli sbagliare il meno possibile e sempre con educazione. Cercando di limitare coloro che vanno oltre i limiti”.
