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Messina, Modica: “Resto con un progetto serio, Comune non ha rispettato accordi”

Giacomo Modica, allenatore del Messina, si è raccontato in una lunga intervista a Contropiede, trasmissione andata in onda su Tcf TV. Il tecnico, cha ha condotto i giallorossi ad una tranquilla salvezza (nonostante mille peripezie), ha voluto ripercorrere i momenti topici della stagione.

Momenti positivi, come la scoperta di certi giovani talenti come Marco Zunno e Giuseppe Salvo, esaltatisi nella collettività del gioco dei peloritani, e l’amore smisurato dei tifosi. Ma anche quelli negativi, rappresentati dal rapporto con la società (in primis Pietro Sciotto) e dalle difficoltà affrontate nel portare avanti il lavoro previsto. Le parole di Modica sul futuro lasciano trasparire la voglia di proseguire quanto fatto, ma anche i tanti dubbi che lo attanagliano nella solidità del progetto.

Messina, Modica: “Abbiamo fatto un capolavoro, la squadra ha grandi valori umani”

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Come già affermato al termine di Messina-Potenza, Modica ha ribadito la grandezza di quanto fatto dai giallorossi in questa stagione: “Per me abbiamo fatto un capolavoro. Lo dico per due ordini di motivi. Il primo è che ad inizio anno ci davano, al pari della Juve Stabia, come tra le favorite per la retrocessione. E poi per la conformazione della rosa, assemblata con tanti giocatori giovani e di belle speranze. Poi abbiamo cominciato a trovare lo zoccolo duro e ad aggiungere elementi di esperienza. Col tempo abbiamo assemblato una squadra che fosse empatica rispetto all’idea che avevamo intorno a questo Messina. Il tutto passando per il gioco e il desiderio di riportare la gente allo stadio”.

Grazie alle scelte condotte in sede di calciomercato, il Messina ha potuto puntare su un gruppo solido e che ha saputo superare ogni difficoltà: “Abbiamo raggiunto i nostri obiettivi, credo di poterlo sostenere con chiarezza. Abbiamo fatto anche delle figuracce senza mai perdere la nostra identità. Ce la siamo giocata anche con squadre che erano più forti di noi. Ho sempre avuto fiducia in questo gruppo, lo abbiamo costruito insieme al direttore (Domenico Roma, ndr) e posso dire di esserne fiero. Il tutto con il budget messo a disposizione messo dalla società, sapevamo già ad inizio stagione quanto avremmo avuto a disposizione. Abbiamo puntato forte sul fattore umano”.

Modica: “Accordi Comune-Messina sullo stadio non rispettati”

Quasi subito, però, si passa alle note dolenti della stagione 2023-24. In primis, Modica ripercorre le difficoltà, per lui inaspettate, vissute nella quotidianità: “Quando ho lasciato in D il Messina sette anni fa c’era un certo tipo di problema. La Serie C credevo di affrontarla in maniera diversa. Tutti mi dicono che sapevo delle difficoltà, ma cosa avrei dovuto sapere? Che non ci saremmo potuti allenare per buona parte della stagione allo stadio? C’era un accordo tra Comune e società che ci saremmo potuti allenare al San Filippo (impianto dedicato a Franco Scoglio, ndr) il giovedì e il sabato. Non è mai stato possibile questo. Però non voglio fare troppe polemiche, mi tengo stretto l’amore di questo gruppo”.

Tuttavia, il tecnico giallorosso ha potuto dar sfoggio di un lavoro che ha esaltato tanti giocatori. E per farlo cita il punto più alto (a suo dire) della stagione del Messina: “La trasferta di Caserta ha rappresentato il momento più bello. C’è un aneddoto: Zunno mi è passato davanti, durante il match con la Casertana e mi ha detto ‘Mister, ma come siamo forti! Come siamo belli!’. Lì abbiamo dato una sterzata alla nostra stagione, cambiando modulo e mettendo dentro Zunno. Nella prima parte Marco non era in sintonia con le mie richieste, ma conoscevo le qualità del ragazzo. Avendo Rosafio ed Emmausso in gran forma ho dovuto prendere un certo tipo di decisione”.

Modica: “Emmausso va gestito con bastone e carota, nessun problema con Firenze”

Parlando proprio del numero 10 giallorosso, croce e delizia di questa annata, Modica affronta anche alcune tematiche legate a gestione del gruppo. Un gruppo che ha visto nel tecnico la figura di un padre: “Emmausso va preso a secondo del suo stato fisicamente ed emotivo. Se si esalta lo devi quasi frenare, quando le cose non vanno tende a ridimensionarsi. Non sempre ha fatto quello che avrebbe dovuto fare. Come tutti i geni hanno un lato sregolato. C’è un rapporto di grande stima, senza che mai venga meno il bastone e la carota. A Catania non è partito titolare per punizione, perché non mi era piaciuto come si era allenato e i suoi atteggiamenti. La sua qualità non c’entra con la Serie C, ma non puoi accontentare sempre i tuoi figli. Delle volte certamente avrò sbagliato delle scelte nel fare le formazioni, ma sono pagato per fare le scelte”.

Tra le scelte che spesso hanno fatto discutere, ce n’è una in particolare su cui Modica si sofferma. Riguarda un centrocampista che ha visto sempre meno il campo nel girone di ritorno: “Firenze è un giocatore che ha fatto una carriera importante. Ha fatto una carriera importante e da lui pretendevo molto di più. È stato complicato spogliarlo del suo passato calcistico. Ho un certo modo di vedere le cose: se qualcuno meno bravo tecnicamente mi fa capire che c’è sempre, lo prendo in considerazione. Non è che Firenze non volesse darmi qualcosa in più, anzi lo stimo e gli voglio bene. Come voglio bene a tutti gli elementi di questo gruppo. Abbiamo cercato tutti di smussare alcuni elementi del nostro carattere”.

Modica: “Non accetto bugie sul mio lavoro, amo la città ma ci sono tante difficoltà”

Tra i tanti passaggi di questa intervista, c’è anche spazio per rispondere a qualche contestatore che ha pesantemente attaccato il tecnico nell’ultima gara interna della stagione. Modica non le manda certo a dire: “C’è qualcuno che ha scambiato l’acqua col vino. Aveva già cominciato la mattina a criticare, così mi hanno detto. Alla fine è giusto che ognuno dica ciò che vuole, ma sempre col rispetto. Anche perché le bugie non fanno onore: non sono mai retrocesso, ne vendo certamente pentole. Spesso ho lasciato alle squadre i miei stipendi”.

E a proposito di chiarezza, l’allenatore dei peloritani è tornato su alcune polemiche innescatesi dopo la partita col Monterosi. In questa occasione, Modica torna anche sulla querelle innescatasi qualche tempo fa proprio col comune di Messina sulla situazione delle infrastrutture: “Io le mie sensazioni le esprimo prima, non dopo come fanno alcuni. Tutti sanno che amo Messina, ma non tutto funziona bene. Io sono riconoscente a questa piazza, ma non faccio politica. Se manca qualcosa attinente al mio lavoro lo dico, ho chiesto con modestia un campo. Perché è come lavorare in un azienda di computer e non poter lavorare perché ti manca un computer”.

“Posso aver mal posto queste richieste” prosegue Modica, “ma non ho offeso nessuno in quel momento. Ho pregato l’assessore (Massimo Finocchiaro, ndr) di potermi dare un campo su cui allenare. Di tutta risposta ho ricevuto dei comunicati da parte della società contro quello che ho detto”.

Modica: “Contestazione inopportuna in una festa, ma rispetto i tifosi”

Tornando su chi questa salvezza l’ha conquistata sul campo, Modica ha parole d’elogio per tutto il gruppo. Ma su due fa un focus particolare: “Fumagalli a 42 anni è una belva con un entusiasmo di un ragazzo. Mai sovrappeso, con una personalità forte, delle volte troppo. Ma meglio l’eccesso che il difetto. Lo stesso vale per Ragusa, che non ha mollato nel momento di difficoltà. Da gennaio si è rimesso in carreggiata ed in termini di gestione di spogliatoio è stato importante”.

Il tecnico spende della parole d’affetto anche verso i tifosi che hanno sostenuto la squadra. Ma torna anche sulle contestazione alla società avvenute durante la gara con Potenza: “Credo che se Sciotto ha avuto meno contestazioni rispetto anche altri anni, un po’ è merito del rapporto costruitosi tra me e questi tifosi. Anche se non hanno lesinato delle critiche anche nei miei confronti. Secondo la mia opinione, nonostante ami i sacrifici di questa gente che si sobbarca lunghissime trasferte (e per questo li ringrazio e li stimo), forse avrei aspettato a farla”.

“Avrei diramato un comunicato dopo la partita sulle mancanze di questa squadra” prosegue Modica. “Magari avrei invitato il presidente a fare meglio. Era una festa per tutti, non avrei fatto queste rimostranze durante quella giornata di gioia. Ma magari, a modo loro, volevano spronare il presidente a trovare la soluzione al problema”.

Messina, Modica: “Se Sciotto vuole può tenermi, ma serve un progetto serio”

Alla luce di tutto questo, si chiede a Modica di parlare di futuro. Il tecnico è legato al Messina con un contratto sino al 30 giugno di quest’anno. La volontà di rimanere ci sarebbero, ma l’allenatore detta le sue condizioni per farlo: “Tanti giocatori sono in prestito, non sono tutti nostri. L’anno prossimo ci sarà da rifondare la squadra, al netto di chi si siederà su questa panchina. Io mi sento vincolato al Messina e non ho nessuna squadra che per l’anno prossimo. Ho tutta la voglia e il desiderio di rimanere, ma così è difficile. Ho voglia di fare calcio e non voglio vendere fumo. Non conta solo il budget a disposizione”.

Ma per fare i contratti serve che tutte le parti siano concordi a scendere a patti. Di fatto, Modica passa la palla a Sciotto ma avverte: “Ho il desiderio di fare un progetto serio, sano e competitivo senza spendere necessariamente grossi budget. Vorrei avere soprattutto una casa madre, anche il Celeste. Messina merita tanto e non me la sento di vivacchiare. Con Sciotto non abbiamo parlato di futuro. Mi deve chiamare se è convinto di tenermi, se devo rimanere devo fare le cose che mi spettano. Voglio essere l’allenatore, nulla di più”.

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