Ormai l’attesa è febbrile, a Palermo non si aspetta altro che il passaggio di consegne tra Dario Mirri e il City Football Group: la conferma ufficiale dell’accordo arriva da Lazard, ovvero la banca di affari che si è occupata di trovare potenziali soggetti interessati alla cessione del club di Viale del Fante e successivamente di gestire la trattativa. Si attende dunque adesso solamente l’annuncio. La galassia di Mansour tra pochi giorni si tingerà di rosanero.
Sono già noti tutti i dettagli, con l’attuale presidente che diventerà socio di minoranza e il CFG che deterrà una quota intorno all’80%. È definita anche la composizione dello staff tecnico, con la conferma del duo Castagnini-Baldini. Quello che manca è ancora la fumata bianca ufficiale. Intanto però pochi istanti fa è arrivato un segnale importante. Marco Samaja, amministratore delegato di Lazard Italia, ha parlato a Rai Radio 1, durante la trasmissione “La politica nel pallone” su Gr Parlamento, sbilanciandosi sull’accordo per la cessione del Palermo al City Football Group.
Palermo al City Group, Samaja di Lazard scopre le carte
Marco Samaja, infatti, ha parlato in rappresentanza di Lazard di un auspicio per la chiusura definitiva dell’affare Palermo al City Football Group entro questa settimana, confermando in maniera ufficiosa le date che da giorni si rincorrono in città. “Come Lazard abbiamo lavorato con Moratti quando ha venduto a Thohir e poi Zhang, ma anche con Berlusconi per la cessione a Yonghong Li. Ora stiamo lavorando per la cessione del Palermo a Mansour, con il City Football Group. L’auspicio è quello di riuscire a chiudere l’operazione in settimana, un affare molto interessante”.
Secondo Samaja, la chiave per convincere il CFG va rintracciata in un fattore: “Una delle cose che ha attirato Mansour è che a Palermo per le finali dei playoff c’erano 35mila persone al “Barbera”. Questo migliora la qualità del prodotto trasmesso in giro per il mondo. Ambizioni? C’è l’idea di salire gradualmente fino in Serie A, fare bene e fare tornare Palermo ai vertici del calcio italiano. Con i fondi del resto viene meno la visione romantica dei grandi patron che investivano più con il cuore che con il portafoglio”.
Con l’apporto di manager esperti la possibilità è di far rendere appetibile il prodotto calcio italiano: “La Premier League ora gira a quattro volte tanto e la Liga due volte tanto. Se si riuscisse solamente a duplicare la quota dei diritti all’estero ci sarebbe un beneficio. Il tutto sfruttando stadi, manager e diritti televisivi”.