La serata di Santo Stefano del Palermo e di Matteo Brunori possono essere descritte con un solo aggettivo: paradossale. I rosanero hanno vinto con il risultato di 1-0 contro il Bari, ritrovando quel successo che mancava da quattro partite. Il numero 9 è tornato a giocare da titolare a 80 giorni dall’ultima volta. Il risultato stavolta è stato diverso, in quanto è arrivato il successo. Al di là del punteggio finale, però, c’è qualcosa che inquieta e che arriva distorto agli occhi di chi guarda e alle orecchie di chi sente e ascolta.
Palermo, Brunori titolare in un clima irreale
Il primo scossone emotivo alla giornata di Santo Stefano arriva pochi minuti prima delle ore 17. Matteo Brunori torna titolare con la maglia del Palermo contro il Bari. Una scelta di cui si era parlato nelle ore precedenti al match e che è stata confermata dalle scelte ufficiali di Alessio Dionisi. Non è data sapere la ragione che ha indotto il tecnico toscano a scegliere il numero 9 nella formazione di partenza, visto che non si è concesso a telecamere e giornalisti nel post-partita. Non si può escludere – non avendo controprove – che si sia trattato di un “messaggio” lanciato dal mister al giocatore o di una risposta alla piazza. Oppure, più semplicemente, l’attaccante si è allenato “bene” o comunque “meglio degli altri”.
Fatto sta che, pronti e via, c’è subito un’occasione importante. Falletti, forse nostalgico della stagione vissuta in Sicilia, dà un assist al bacio per un attaccante del Palermo. Quell’attaccante è Matteo Brunori, che non ci pensa due volte e, vedendo Radunovic fuori dai pali, prova a batterlo con un pallonetto. Il rumore della palla che sbatte sulla traversa viene sovrastato da quello delle migliaia di cuori infranti, di quei tifosi che non vedevano l’ora di veder esultare il loro idolo.
Peccato, però, che quella giocata estemporanea non sarebbe diventata l’incipit di una prestazione memorabile. Anzi, ben presto Brunori si è eclissato, facendosi divorare dalla modestia di una partita tutt’altro che memorabile. Si è rivisto il giocatore abulico, poco propositivo e anche poco propenso al dialogo che (ahinoi) ci ricordavamo. Qualche pollice in su a chi cercava senza fortuna di servirlo, un paio di punizioni conquistate, qualche sbracciata con Vicari, ma poco, pochissimo altro.
Il premio della discordia
Si arriva così al terzo momento emotivamente forte del pomeriggio di Santo Stefano. Minuto 76, il quarto uomo alza la lavagna: esce 9, entra 20. Il pubblico presente al ‘Renzo Barbera’, che fino a quel momento si era rivolto ai tesserati del Palermo (in primis Dionisi e De Sanctis) invitandoli ad andare via o a tirare fuori gli attributi, come d’incanto applaude. Gli applausi sono per Matteo Brunori, il quale capisce la situazione e ricambia gli applausi.
Una scena in apparenza poco comprensibile, ma che in realtà è molto chiara. Un segnale inequivocabile del fatto che solo un uomo è escluso dalla contestazione dei tifosi – più o meno organizzati – rosanero, ovvero il numero 9. Tanto che, nei minuti successivi e nel post-partita, i fischi e i cori “contro” riprendono più fragorosi di prima.
E poi, come ad aggiungere una ciliegina marcia a una torta che ristagna in frigo da una settimana, ecco il verdetto dell’MVP di Palermo-Bari. Secondo chi ha votato attraverso l’app ufficiale del club, il migliore in campo contro i pugliesi è stato Matteo Brunori. Un ulteriore plebiscito di voti dopo quello avvenuto dopo la gara persa con il Sassuolo.
Palermo, Brunori in o Brunori out?
Nel frattempo Morgan De Sanctis, ripetendo il mantra già espresso in estate, ribadiva che Matteo Brunori fa e farà parte del progetto tecnico del Palermo. Una frase chiaramente di circostanza, considerando quanto il numero 9 sia fuori dal suddetto progetto. O quantomeno non lo è con quello status di “intoccabile” che spetta a un capitano. Ma è anche una frase che serve a non svalutare ulteriormente il calciatore sul mercato, visto che la sua valutazione è andata in picchiata negli ultimi mesi.
Lo stato dell’arte è però molto chiaro. Matteo Brunori è dato in uscita, e questo è tutto fuorchè un mistero. Alessio Dionisi lo ha gestito come meglio poteva, considerando che a lui per primo era stata prospettata una sua partenza e il conseguente arrivo di un attaccante con caratteristiche diverse. La piazza, però, dopo aver rumoreggiato per l’umore basso del proprio beniamino, ora ha deciso di portare avanti una crociata in suo favore e contro la guida tecnica. Un mix di cose non dette e soprattutto non fatte, che in questo momento producono un’unica vittima: il Palermo FC.
