Il Palermo soffre di pareggite e l’untore risponde al nome di Michele Mignani. Naturalmente il concetto è espresso in maniera estrema e senza voler colpire o additare il tecnico genovese. Anche perchè le tre partite dei rosanero sotto la guida dell’erede di Eugenio Corini hanno portato delle risposte incoraggianti, specialmente se si guarda tutto in funzione del futuro. Un futuro fatto di altre quattro gare di “preparazione” a un playoff da giocare a tutta, con la mentalità giusta e con una condizione psico-fisica che deve cancellare le difficoltà dei mesi scorsi. Ecco perchè, al netto della mancanza di vittorie, il debutto dell’ex Bari sulla panchina rosa può far vedere il bicchiere mezzo pieno.
Anche perchè, se vogliamo soffermarci sulle statistiche di questa stagione, il segno X “esportato” a Palermo non è una novità per Mignani.
Palermo, la pareggite di Mignani
Quella tra Palermo e Parma è stata infatti la partita numero 13 per Michele Mignani nella stagione 2023/2024. Un match che ha consentito al mister dei rosanero di andare in doppia cifra. Proprio così, contro i ducali è arrivato il decimo pareggio in questa annata per il tecnico nativo di Genova. Una statistica incredibile ma che conferma la solidità che l’ex allenatore del Bari porta alle sue squadre. Anzi, se vogliamo limitarci ad analizzare le sole gare di campionato, questo dato è ancor più eloquente.
La prima delle 13 gare di cui sopra ha visto i galletti perdere contro il Parma in Coppa Italia. Ciò vuol dire che nella Serie B 2023/2024 Michele Mignani ha colto dieci pareggi, ma in 12 partite. Le uniche sfide che fanno eccezione rispetto al ruolino di marcia dell’ex barese sono la vittoria ottenuta con i biancorossi a Cremona il 26 agosto e il secondo ko contro i ducali, rimediato il 27 settembre. I tifosi del Palermo ricorderanno una delle 10 “X” di Mignani, ovvero quella relativa alla prima giornata di campionato. Uno 0-0 con i rosa che chiusero in doppia superiorità numerica, ma non furono capaci di abbattere il muro innalzato dal mister ligure.
Rosa solidi, Parma poco pericoloso
I primi 270 minuti di Michele Mignani sulla panchina del Palermo parlano di una squadra decisamente più solida e compatta. Lo ha fatto capire chiaramente anche Fabio Lucioni nel post-partita della notte scorsa. L’erede di Corini ha portato serenità e per l’appunto compattezza a una squadra che ne aveva bisogno. I reparti sono più corti grazie a uno schieramento camaleontico, notato anche da Fabio Pecchia a fine partita. Un 3-4-1-2 di partenza che in base allo sviluppo delle azioni diventava un 4-4-2, con le coppie Diakitè-Di Mariano (poi Buttaro) e Lund-Di Francesco a spingere sulle corsie. Si spiega così, ad esempio, la scelta di puntare su due soli interni di centrocampo con l’esclusione – la seconda consecutiva – di Jacopo Segre a vantaggio di Liam Henderson.
Mignani, al termine della sfida, ha sottolineato la necessità di lavorare sui limiti prima di puntare a una crescita sul piano del gioco. In questo modo si spiega il lungo possesso palla, che porta il Palermo a rischiare di meno e soprattutto a correre di meno, visti gli evidenti limiti atletici che sono eredità della precedente gestione tecnica. Così anche la capolista Parma ha fatto soffrire poco i rosa, se non nei primi 7-8 minuti della ripresa. Una volta sistemata la questione relativa all’equilibrio, il Palermo potrà ora crescere sul piano realizzativo. In questo modo verrà perfezionata la “macchina” che dovrà affrontare i playoff.
Palermo, Mignani pragmatico anche a parole
Inoltre Michele Mignani si è fatto apprezzare anche per una certa chiarezza nell’espressione dei suoi concetti, sia tecnico-tattici che di approccio ai vari momenti della partita. Prova ne sia la sua spiegazione della gestione dei cambi, in particolare l’ultimo. In altri tempi si sarebbe mugugnato di fronte alla scelta di sostituire un attaccante – perdipiù Matteo Brunori – con un medianaccio come Mamadou Coulibaly. Eppure la spiegazione del tecnico è stata fin troppo chiara: “Quando ti rendi conto di non poter vincere, devi badare a non perdere“.
I fanatici del gioco offensivo avranno qualcosa da ridire, ma in questa fase della stagione ogni punto pesa e ogni “non sconfitta” è importante per il morale più che per la classifica. Per questo motivo la spiegazione “pane al pane e vino al vino” di Mignani assume un valore diverso, più accettabile. E sicuramente un linguaggio e un “tone of voice” più apprezzato rispetto al suo predecessore, a un certo punto più tendente allo scontro che alla spiegazione esaustiva. Ma questa è un’altra storia…
