Palermo incerottato ed Eugenio Corini preoccupato. Il tecnico avvia la conferenza stampa sottolineando le condizioni degli assenti: “Andiamo via con 19 convocati più Lo Coco della Primavera. Stulac è a Manchester per un percorso riabilitativo, Elia sta recuperando a Bergamo. Bettella, Broh e Sala li recupereremo forse la settimana prossima, non vogliamo affrettare i tempi data l’importanza del campionato. Verre ha avuto la febbre. Questa mattina è stato meglio, ma abbiamo preferito lasciarlo a casa. Vedremo se in serata o domani potrà raggiungere la squadra a Parma per la panchina. Nedelcearu è rientrato ieri sera e non si è sentito bene, ha la febbre. Di Mariano lo abbiamo gestito per il problema al ginocchio. Dobbiamo fargli i complimenti. Oggi ha forzato per provare ad essere disponibile ma non ce la fa, approfondiremo con esami strumentali”.
Reagire alle difficoltà
Alla vigilia della gara di Parma, Corini fa leva sull’orgoglio della sua squadra. In una fase così critica e con così tanti problemi, reagire è fondamentale: “L’identità rimarrà quella su cui abbiamo lavorato finora. Variare in così poco tempo non ha senso. La squadra ha una sua struttura che va rispettata, poi abbiamo lavorato su alcune piccole variazioni che potranno servire dal 1’ e nel corso della gara. Le idee rimangono le nostre. I disponibili si sono allenati bene. Un paio potevamo forzarli, ma avremmo rischiato troppo. Dispiace per Broh che era recuperato e a Girona ha subito una nuova distorsione. Non vogliamo rischiare. Oggi siamo in difficoltà soprattutto nel reparto difensivo. Pigliacelli ieri stava già meglio e oggi ha lavorato con noi, è recuperato. Avremmo voluto andare a Parma in modo diverso, ma dovremo reagire alle difficoltà per dimostrare la nostra forza. L’avversario è oggettivamente di valore ed è uno scontro diretto. Avremo oltre 3000 tifosi al seguito. A Modena abbiamo dimostrato di poterlo fare. Sentiamo la spinta e cercherò di trasmetterla alla squadra. Abbiamo bisogno anche di chi ci spingerà da casa”.
Palermo, Corini ritrova Brunori
Dopo il ritiro di Girona, Corini e il Palermo ritrovano Matteo Brunori. Così il mister sulle condizioni del capitano: “Brunori si è allenato negli ultimi giorni anche in contrapposizione, l’ho visto bene sia dal punto di vista fisico che mentale. Non pensavamo di recuperarlo, ma lui era molto convinto e gli esami strumentali hanno confermato un recupero più veloce. È un’arma in più. In attacco Brunori ha un percorso particolare, vedremo se partirà dal 1’ o meno. Soleri e Tutino hanno sempre fatto bene. La scelta dei titolari è tra loro tre. Anche Vido ha dato segnali importanti da subentrato”.
Il rientro di Brunori potrebbe dare al capitano la possibilità di tornare al gol. La sua leadership è indiscussa dall’allenatore: “Brunori è un plus, il nostro capitano. Segna tantissimi gol. Rispetto il suo percorso è come è rientrato. La valutazione è ampia e profonda. Non tutti i giocatori sono uguali, ma la squadra va rispettata nella sua totalità. La non titolarità non esiste. Matteo è importantissimo, è chiaro, ma c’è qualcosa al di sopra di lui che è fondamentale. Anche in virtù del percorso fatto in queste settimane”.
Corini torna in panchina dopo il ricorso vinto dal club. L’ironia della sorte vuole che a Parma troverà l’arbitro che lo ha espulso a Cittadella: “Lo stimo, non ho nessun tipo di problema. Le discussioni possono capitare. Mi fa piacere che ciò che è accaduto a Cittadella mi sia stato riconosciuto attraverso l’accettazione del ricordo, ci tenevo ad essere in panchina a Parma”.
Corini snocciola i numeri
Corini risponde anche a una domanda su un dato statistico. Tanti gol presi, ma anche gol fatti che hanno evitato le sconfitte: “Abbiamo preso tanti gol all’inizio. È meglio prevenire che curare, ma è anche meglio curare che non curare. Abbiamo sempre avuto la capacità di reagire, anche recuperando due gol di svantaggio. È molto importante. Stiamo consolidando un percorso di crescita in un’annata particolare, fatta di tante defezioni. L’essere reattivi con continuità è un punto di forza. Se vogliamo crescere, però, non possiamo continuare a regalare gol agli avversari”.
Si torna a parlare delle assenze, soprattutto in difesa. Corini ammette che il Palermo ha lavorato tanto in tal senso sul piano dello schieramento: “Sia a Girona che in settimana ho lavorato sui centrali di difesa a disposizione, incluso Mateju che può essere adattato. Anche Buttaro può fare tanto nella linea difensiva, ha giocato in alcune occasioni. Orihuela può giocare sia lateralmente che al centro. Lavoro su chi ho a disposizione e sceglierò tra questi, considerando anche i minutaggi. A centrocampo ho da gestire un cambio. Sull’esterno devo adattare qualcuno perché ho solo Valente”.
La spinta del pubblico di Palermo secondo Corini
Si arriva alle ultime otto partite, quelle che potrebbero risultare decisive. In tal senso il pubblico può essere determinante: “Dobbiamo approcciare al meglio l’ultima fase della stagione. Il concetto di giocare una finale è nei dettagli, nello spostare i venti contrari. In queste settimane spesso ci siamo riusciti. Dobbiamo continuare a farlo. L’obiettivo da un mese è ben definito. Possiamo fare qualcosa di importante, che non era definito prima. Il Palermo è una squadra importante, di blasone e si sta confrontando con squadre altrettanto importanti. Daremo il meglio di noi stessi nonostante le defezioni. I miei giocatori danno tutto per la maglia e i tifosi devono essere orgogliosi di loro. Sognavamo di affrontare in modo diverso questa trasferta, ma ci batteremo ugualmente fino alla fine”.
A Parma gara difficile e importante
Corini ha parlato dell’identità ormai definita della sua squadra. Un’identità che si scontrerà con individualità importanti, come Franco Vazquez: “L’identità di una squadra comprende tutte le fasi di gioco. Col Modena abbiamo giocato a viso aperto, consapevoli che ci avrebbero creato delle difficoltà. A Girona ci abbiamo lavorato sia in sala video sia in campo. Vazquez è un giocatore importante, penso alla giocata di tacco che fece all’andata e ai suoi filtranti. È immarcabile. Dovremo contrastarlo, ma ci sono anche altri giocatori importanti nel Parma. Abbiamo lavorato su tutti gli aspetti della gara. Loro sono bravi nel pressing offensivo e sull’attaccare il lato debole, ma è oggettivo che Vazquez sia un giocatore capace di far saltare il tappo in qualsiasi momento della partita”.
A Parma, al di là del Mudo, sarà una gara difficile e molto importante: “È una partita importante, basta guardare la classifica. Il peso specifico è importante per tanti aspetti, non ne parlo per scaramanzia. Con sette partite alla fine però può succedere veramente di tutto. L’anno scorso a Brescia c’era Perugia-Monza e Frosinone-Pisa, una sarebbe andata in A e l’altra era quasi certa dei playoff. Non è accaduta nessuna delle due cose. Un punto può spostare l’inerzia del campionato. Lo star dentro una stagione significa anche riuscire a superare una eventuale sconfitta. Tutto può succedere”.
Palermo, le motivazioni di Corini
A Palermo si inizia a parlare di playoff. Corini svela quando è scoccata la scintilla: “L’asticella si è alzata perché il percorso iniziale era di immensa difficoltà per i tanti cambiamenti, la squadra era del tutto nuovo. Abbiamo vinto in momenti molto delicati e abbiamo costruito nel miglioramento dei singoli e della squadra. Abbiamo spostato il nostro obiettivo pian piano, anche se la salvezza non è ancora raggiunta. La partita di Modena è importante perché la squadra ha dimostrato di non avere paura di niente. La forza interiore che abbiamo è una difficoltà per gli avversari. La mentalità adesso è vincente, penso sia giusto che le ambizioni dei tifosi adesso siano anche le nostre”.
Un lavoro sul piano motivazionale, più che tecnico-tattico, che fa molto piacere a Corini. Anche perchè è da qui che si vede il frutto del suo impegno quotidiano: “Io con i giocatori parlo quotidianamente. Li pungo per capire se vogliono andare oltre o si accontentano. È un meccanismo che si rispecchia nelle reazioni: reagire oppure abbattersi. È un lavoro costante. L’aspetto tecnico-tattico è importante quanto quello mentale. Il seme per me ha attecchito. Il Palermo ha avuto per anni un blasone che adesso stiamo cercando di ricostruire riportando il club in alto”.
Si chiude parlando dei tifosi. 3.000 sostenitori del Palermo fanno sentire Corini orgoglioso: “L’essenza nel calcio è nei tifosi, nel sentire la spinta di una maglia importante. La responsabilità c’è, ma anche una sana follia su cui abbiamo costruito delle partite che hanno portato a rimonte e risultati importanti. Se vogliamo diventare dominanti e capaci di vincere un campionato, dobbiamo continuare a lavorare”.
