Neanche il successo col Bari ha permesso al Palermo di chiudere il girone d’andata serenamente. L’aria di contestazione allo stadio Renzo Barbera fotografa perfettamente il momento storico dei rosanero. La squadra, partita ad agosto con ambizioni da promozione, non ha mai lottato al vertice quest’anno. Anzi, quasi subito staccata dal trio Sassuolo-Pisa-Spezia, ultimamente ha dovuto più guardarsi le spalle che pensare alla zona playoff. Il rendimento casalingo, in particolare, è stato disastroso. Aspetti, confermati dai numeri, che indubbiamente i tifosi non hanno gradito. Adesso però anche la società stessa, attraverso la presenza del ds Morgan De Sanctis in conferenza stampa, ha messo in pubblica piazza la crisi.
Serie B 2024-25: un campionato livellato verso il basso
Il dato che sintetizza i primi sei mesi del Palermo sono i 24 punti in classifica. Le prestazioni, anche nei casi in cui sono state convincenti, raramente hanno portato al risultato. Un aspetto che ha costretto i rosanero nell’ultimo periodo a guardarsi le spalle, visto che la zona playout è a soli 4 punti. Il quarto posto occupato, invece, è a 5 distanze. Segno che il campionato è piuttosto livellato. Al netto del trio di testa, che nel caso in cui squadre come Cremonese e Juve Stabia dovessero cedere il passo nel girone di ritorno, rischierebbe di andarsene in Serie A senza la disputa dei playoff. L’aspetto che favorisce le squadre che non sono state finora all’altezza, infatti, è che da regolamento, quest’anno, il gap affinché la terza in classifica ottenga la promozione diretta è di 14 punti e non 9 come in precedenza.
Palermo, buone prestazioni ma risultati deludenti: peggio solo nel 1996-97
Tornando al Palermo, il gruppo di Alessio Dionisi nel girone di andata ha eguagliato il bottino di punti fatto da Eugenio Corini nella stagione 2022-23. Annata in cui i siciliani erano stati appena promossi dalla Serie C e avevano vissuto il terremoto estivo delle dimissioni di Silvio Baldini e Renzo Castagnini. I rosanero affrontarono turni duri, come quello della sconfitta con la Ternana, che aprì subito una spaccatura tra il vecchio capitano e parte del pubblico rosanero. Addirittura quella formazioni entrò in più di una circostanza in zona retrocessione, prima di assestarsi a metà classifica (sperando in una qualificazione playoff, che non arrivò in virtù dei risultati dell’ultima giornata).
Lo scenario prospettato all’inizio del 2024-25 era invece di tutt’altra pasta. La scelta del direttore sportivo e del nuovo allenatore è arrivata abbastanza in fretta (considerando gli impegni playoff dell’annata precedente e i tempi tecnici del CFG). Il calciomercato ha avuto la possibilità di svilupparsi a ritmo più regolare, seguendo le indicazioni del tecnico. Ma soprattutto il budget e gli obiettivi dichiarati alla vigilia (pur con la consueta cautela di questi anni) proponevano un Palermo ben più competitivo di quello visto. Eppure, il rendimento è stato addirittura peggiore della stagione precedente, targata prima Eugenio Corini e poi Michele Mignani, in cui la qualificazione ai playoff era arrivata da sesta in classifica.
Se si guarda ancora più indietro, è difficile trovare un risultato negativo al pari di quello di questa stagione. Negli ultimi 30 anni in Serie B infatti i rosanero hanno avuto un rendimento peggiore nel girone d’andata solo nel 1996-97. Quella squadra conquistò appena 20 punti dopo 19 partite e retrocedette in Serie C1 a fine anno. Un dato che non può lasciare indifferente l’attuale establishment palermitano.
Calciomercato Palermo “incompleto”, tanti infortuni e il “caso” Brunori
I motivi che hanno portato il Palermo a viaggiare senza la continuità che una squadra in lotta per la Serie A deve avere sono molteplici, ciascuno con il suo peso. La sensazione però è che di errori ne siano stati commessi in ogni ambito. A partire da quello medico, con infortuni che non hanno permesso spesso ad Alessio Dionisi di schierare il suo undici ideale. Alcuni di natura traumatica, altri di natura muscolare. Indipendentemente da ciò che poteva essere o meno evitato, questi “problemini”, come spesso li ha definiti il tecnico, hanno privato la rosa di alcuni calciatori chiave in momenti diversi. I casi di Alfred Gomis e Alexis Blin sono emblematici.
Allo stesso tempo, però, è evidente che i buchi causati dagli infortuni abbiano fatto ancor più male in virtù di una rosa incompleta o poco competitiva in certi settori. L’idea di puntare sull’adattabilità di alcuni elementi piuttosto che su giocatori di ruolo ha obbligato l’allenatore a fare i salti mortali per trovare la quadra in diversi impegni. Per di più, elementi di spicco del calciomercato su cui si sono puntati svariati milioni, hanno faticato maledettamente a integrarsi. In primis Jeremy Le Douaron, che ha impiegato l’intero girone di andata per iniziare a mostrare parte del suo potenziale. E questo è ancora ben lontano dal giustificare la spesa di circa 4 milioni di euro spesi in estate.
Non va dimenticato, infine, il caso Matteo Brunori, che ha infuocato il calciomercato. I lunghi dubbi sul futuro del capitano sarebbero dovuti essere spazzati via dalla decisione (presa di comune accordo in estate) di rimanere. Eppure, nonostante i proclami della vigilia, la partecipazione del numero 9 a questo girone d’andata è stata marginale. Appena un gol in 15 presenze, partendo quasi sempre dalla panchina. Un rendimento non certo paragonabile a quello delle scorse stagioni. Le parole del ds Morgan De Sanctis non hanno chiarito quale sarà il suo futuro, ma la speranza è che la dirigenza abbia ben chiaro cosa fare a gennaio. La sessione di riparazione è infatti alle porte e i rosanero non potranno stare con le mani in mano.