In questi giorni si stanno susseguendo i rumors relativi alla possibilità che il Palermo finisca nelle mani del City Football Group, come d’altronde è accaduto soltanto poche settimane fa ad un altro club europeo: il NAC Breda. La holding fondata da soggetti che hanno la quasi totalità della gestione economica e sportiva del Manchester City ha creato una vera e propria rete attorno al club inglese. Tanto da aver costituito un gruppo di oltre una decina di squadre. Nel caso in cui dovesse decollare l’eventuale trattativa con il sodalizio di viale del Fante, nel dettaglio, il bilancio arriverebbe a quota dodici.
L’ultima società ad essere entrata a fare parte del City Football Group è proprio il NAC Breda. La società milita attualmente in Eerste Divisie, ovvero la Serie B del calcio olandese. Per diversi anni ha navigato anche nella massima serie, la Eredivisie. Negli ultimi anni, però, non se l’è affatto passata bene. Lo dimostra il fatto che ad oggi non concorre neanche per la promozione. È stato anche questo uno dei motivi che ha portato l’attuale proprietà ad aprire le porte verso nuovi acquirenti.
Già nell’ormai lontano 2016, quando l’attività della holding era in pieno svolgimento anche in altre realtà, era emersa la possibilità di condurre una trattativa con i vertici del club nord-europeo. Non tutti nella piazza olandese sembravano però entusiasti all’idea di questo passaggio di consegne, che alla fine si è poi concretizzato tra le proteste soltanto qualche settimana fa.
NAC Breda, i tifosi contro il City Football Group
Il tifo organizzato del NAC Breda non ha mai ben visto il City Football Group. È così che in questi anni non ha esitato a esprimere il proprio malcontento nei confronti della holding fondata dalla famiglia Mubarak. Lo ha fatto con i classici mezzi e i consueti toni che si confanno agli ultras, ovvero senza utilizzare mezzi termini. In Olanda, nonostante ciò, l’affare è stato per diverso tempo considerato fatto, anche perché c’erano tutti i presupposti – economici e non solo – per la fumata bianca. Mancava solo il “via libera” della piazza. I tifosi, da parte loro, non sono mai stati propensi a darlo. È per questo motivo che in questi mesi hanno inscenato diverse proteste, anche durante le partite della propria squadra del cuore.
Striscioni appesi e cori cantati contro il City Football Group sugli spalti del “Rat Verlegh Stadium”, ovvero l’impianto in cui il NAC Breda disputa le gare interne. Ma il culmine è stato raggiunto alla fine del mese di marzo, quando le due parti erano ormai prossime a ratificare la trattativa. Alcuni tifosi della formazione olandese si sono infatti recati all’Etihad Stadium, la casa del Manchester City. E così, davanti al cancello principale dell’impianto, hanno affisso uno striscione con i colori sociali del club, il cui slogan è inequivocabile: “State lontano dal nostro territorio, il NAC non fa parte della storia del City Group“.
I motivi della contestazione
Ma a cosa è dovuta tutta questa acredine dei tifosi del NAC Breda nei confronti del City Football Group? Il motivo è presto detto e lo hanno spiegato di recente alcuni esponenti del B Side Rats, uno dei gruppi ultras più accesi di Breda. “Questo è il mio club, è la mia città, è parte della mia religione e lotterò per questo“, dicono. La piazza non vuole che il club diventi una succursale del Manchester City. Nonostante la partnership possa idealmente funzionare e sia allettante secondo altre realtà come quella di Palermo, dunque, non verrà dagli olandesi mai accettata.
I supporters del NAC Breda, in tal senso, avrebbero preferito una soluzione interna, molto simile a quella che attualmente vede Dario Mirri a capo del club di Viale del Fante. Il protagonista in questo caso risponde al nome di Karel Vrolijk. Si tratta di un imprenditore del settore edile, molto noto a livello locale, che ha espresso un forte interessamento ad acquisire il club. Le sue disponibilità economiche tuttavia non sono state ritenute sufficienti dalla proprietà per restituire i vecchi fasti alla società.
Le volontà dei tifosi, nonostante queste premesse, erano chiare: “Meglio nelle mani di un imprenditore di Breda a livello locale, che essere uno dei dodici club di un gruppo a livello internazionale”.
Il club olandese è stato ceduto a CFG
Alla fine, nonostante le proteste della piazza, si è optato per la soluzione araba. Le due parti hanno ufficializzato la cessione alla fine di marzo scorso. Una soluzione che non rende felici i tifosi, almeno quelli più “caldi”. I gruppi organizzati hanno in tal senso redatto una nota congiunta dai toni duri. “Questa è la fine per il NAC Breda. È il giorno più nero della sua storia. La sua anima è stata venduta. L’attuale proprietà ha sempre detto di volere fare il bene della società, ma così hanno dimostrato il contrario. Non vogliamo diventare un oggetto di scambio per uno sceicco e il suo gruppo”, si legge.
Alla fine, al di là della bontà o meno dell’affare, il City Football Group era comunque l’unico gruppo in grado di acquisire il NAC Breda. Ed è forse giunto il momento per cui la gente passi oltre e accetti il cambiamento, anche se in molti continuano a credere che non sia la mossa giusta.
Il modello City Football Group può funzionare col NAC Breda e col Palermo?
C’è da sottolineare, comunque, che in Olanda c’erano anche tante persone felici dell’eventualità per cui il City Football Group ottenesse la proprietà. Così come alcuni oppositori in queste settimane si sono resi conto della inevitabilità del passaggio di consegne. La vecchia proprietà del NAC Breda, da parte sua, una volta entrata in contatto con il Manchester City come società satellite e non come controllata, ha anche ritratto la holding come un acquirente credibile non soltanto per la piazza, ma anche agli occhi dei propri azionisti.
Sul piano del business, il City Football Group è senza dubbio un’opzione attraente. Diverse organizzazioni calcistiche stanno vertendo verso un modello multi-club e i benefici che arrivano stando sotto l’egida di holding di questo calibro sono indubbiamente molteplici. Tra questi spiccano un miglior accesso allo scouting e al reclutamento, così come una promessa di investimenti e un impegno garantito sul piano finanziario. Il calcio, però, ovviamente non è solo una questione di denaro. Corteggiare i tifosi sarà più difficile che convincere uomini d’affari, ma altrettanto importante.
