Edoardo Soleri è stato l’anima del Palermo nelle ultime due stagioni. Un calciatore capace di essere determinante anche con un minutaggio contenuto. Ma da parte sua c’è sempre massima disponibilità a partire dalla panchina: “Durante la settimana cerco di allenarmi sempre al meglio. Poi mi preparo pensando di giocare dall’inizio. Se vado in panchina sono pronto quando il mister mi chiama e cerco sempre di dare il massimo per la squadra”.
Palermo, Soleri rivendica il suo ruolo
L’attaccante romano, intervistato per StarCasinò Sport, ha rivissuto anche i tempi della Primavera della Roma. Un periodo in cui si è delineato anche il suo destino sul piano tattico: “È passato un po’ di tempo. Porto nel cuore la tripletta contro la Lazio, anche se è un derby giovanile a Roma è sentito come quello della prima squadra. A mister Muzzi devo molto. È stato il mio primo allenatore alle giovanili della Roma, mi provò davanti perchè secondo lui ci potevo giocare. All’inizio non ero così convinto, ma alla fine ha avuto ragione di lui. Ha visto prima di tutti che quello era il mio ruolo”.
A tal proposito, Soleri fa capire che il suo ruolo naturale è quello del centravanti. Anche se la sua predisposizione all’adattamento non cambia: “Da attaccante centrale penso di esprimermi meglio. Ho avuto tanti allenatori che mi hanno fatto fare più ruoli. Penso che questa sia una fortuna, nel calcio moderno più ruoli sai fare e meglio è. Sono felice di riuscire a fare tanti ruoli, ma se devo dire qual è il mio preferito, dico quello di punta centrale”.
Il tributo a Pastore
A Palermo Soleri non si è fatto notare solo per i gol fatti. È balzata agli occhi di tutti la sua scelta di cedere a Luca Vido il rigore contro il Modena. Una scelta per lui naturale: “È nata spontaneamente. Ho un buon rapporto con Luca e sapevo per lui quanto fosse importante sbloccarsi. Anch’io sono un attaccante, noi viviamo per il gol. C’è stata questa opportunità, si era guadagnato il rigore e credo che fosse giusto che fosse lui a tirarlo”.
In rosanero, Soleri indossa la maglia numero 27. Una scelta legata a una passione condivisa con la famiglia. Ma c’è anche un tributo a un ex stella del Palermo: “Non c’è un motivo in particolare. Quando sono arrivato qua ho parlato con mio fratello, che è innamorato del calcio sudamericano. Mi ha detto di prendere la 27 perchè era il numero di Pastore. Ho visto che ha regalato la maglia a Brunori, ci spero anch’io (ride, ndr)”.
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Non tutti sanno che Soleri ha origini sudamericane, avendo vissuto in Argentina e in Brasile. Ecco cosa si porta dietro di queste due esperienze: “Quando ero in Argentina ero piccolissimo, sono arrivato quando ero appena nato. Non ho avuto il piacere di giocare a calcio in Argentina. In Brasile invece ho mosso i miei primi passi facendo scuola calcio. Mi è rimasta giusto la passione, sono due Paesi caldi che vivono di calcio, come l’Italia. In questi Paesi si ama il calcio più di ogni altra cosa”.